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Covid-30 #1 | Chiusi fino a Pasqua. Ripartenza a Maggio

Aggiornamento: 19 apr 2020



Chiusi fino a Pasqua. Ripartenza a Maggio. La giornalista col caschetto biondo sembrava dibattere animatamente con un gruppo di esperti, tutti collegati in remoto dalle loro case, tutti rigorosamente con alle spalle una libreria. L’immagine era così nitida da poter leggere i titoli dei libri la cui disposizione non era mai casuale.


“Almeno questa volta i collegamenti sono decenti”, pensò mentre si lavava i denti. Le immagini scorrevano fluide e mute sullo schermo. Aveva ormai rinunciato ad ascoltare i dibattiti, almeno quelli del mattino. Non capiva come fosse possibile avere tre trasmissioni di fila, un’ora e mezza l’una, tutte uguali. La dirigente medica discuteva su picchi e dispositivi di protezione individuale, il sindaco del paesino del Sud rivolgeva un appello accorato alla ministra dell’interno, il sedicente filosofo spiegava come saremmo usciti dalla crisi e poi, immancabili, i cinque minuti di dolore. Oggi l’intera famiglia deceduta tranne nonna Anna di 87 anni, ieri le esequie dell’ex oro olimpico di nuoto, l’altro ieri la coppia di medici finiti in rianimazione. Avrebbero dovuto sposarsi a Luglio.


Chiusi fino a Pasqua. Ripartenza a Maggio. La scritta in sovrimpressione era l’unica informazione degna di nota. Bisognava organizzarsi. Una doccia veloce, una spuntatina alla barba. Mantenere un minimo di decoro in quarantena era una regola che si era dato fin da subito. Poi dritto in cucina, caffè amaro e veloce ispezione a frigo e dispensa. Lievito, farina integrale, pomodori secchi, mele, scamorza, digitò sullo schermo.

Chiusi fino a Pasqua. Ripartenza a Maggio. "Meglio che aggiunga anche carta igienica, birre, vodka, acqua tonica, spaghetti, capperi e pangrattato”, pensò. Ordine inviato. Consegna prevista 12 Aprile. “Cazzo!” esclamò. Era arrivato tardi. La notizia del prolungamento delle misure di distanziamento sociale aveva già causato la consueta corsa ai rifornimenti. Orde di single ansiosi, di madri di famiglia previdenti e di vecchi che fino a dieci anni fa non sapevano neanche accendere un microonde erano lì ad ordinare spesa on-line, ed erano arrivati prima di lui.


Chiusi fino a Pasqua. Ripartenza a Maggio. Ormai era tardi. Doveva andare. Pazienza. “Speriamo che non vada come per il Covid-25. Quell’anno un ceppo colpì duro al Sud e ci fu una crisi nel settore caseario. Ricotta, mozzarella e primo sale introvabili. Ci venne in soccorso la Grecia e mangiammo feta fino a metà Agosto”, pensò mentre chiamava l’auto per andare al Campo Est. Erano le otto e mezza di mattina di Giovedì 4 Aprile.


Anno 2030.

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